Alfa Romeo Giulia: la rinascita del Biscione

Valerio Verdone
25 Giugno 2015
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Alfa Romeo Giulia: la rinascita del Biscione

E’ stata presentata nel Museo Storico Alfa Romeo la nuova Giulia, berlina italiana con connotati sportivi.

E’ stata presentata nel Museo Storico Alfa Romeo la nuova Giulia, berlina italiana con connotati sportivi.

Finalmente ci siamo: l’attesa è finita. L’auto che più di ogni altra ha calamitato l’attenzione di addetti ai lavori e appassionati nel 2015 ha tolto i veli. A 53 anni esatti dall’omonimo modello, la Giulia torna a far parte della gamma Alfa Romeo e lo fa alla sua maniera, rappresentando, ancora una volta, una rivoluzione tecnica nella gamma del Biscione. 

Un cambiamento di rotta radicale che “la Fiat di prima non aveva gli strumenti per compiere”, come spiega un soddisfatto Sergio Marchionne, un vero condottiero che nel momento della verità elogia i suoi uomini, gli Skunks, come li definisce lui, riprendendo un termine noto all’aeronautica militare americana nella seconda guerra mondiale, “che per 2 anni hanno lavorato in silenzio all’interno di capannoni fantasma”. Belle parole, non c’è che dire, che si aggiungono a quelle di Harald Wester, il quale annuncia la Giulia come la prima nuova creazione Alfa Romeo, realizzata da gruppi di lavoro agili e organizzati: “abbiamo raccolto appassionati di auto per creare un’auto per appassionati”.

E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: una linea che colpisce e intriga lo sguardo, fatta per emozionare, per sognare, che dona ottimismo a chi pensava che il Marchio del Biscione non potesse rinascere! E invece, eccoci qui, increduli nel vedere un’Alfa Romeo vera, in una giornata in cui si fa la storia, una vettura realmente nuova e innovativa che ammalia e conquista sia con l’estetica che con i contenuti. Certo, gli Skunks sono andati sul sicuro, per la prima uscita in pubblico della Giulia (ce n’erano ben 3 ad Arese), hanno esibito direttamente la Quadrifoglio Verde con il V6 turbo benzina capace di ben 510 CV, grazie all’apporto delle competenze Ferrari, per uno scatto felino da 0 a 100 km/h coperto in appena 3,9 secondi.

Una potenza che si scarica sulle sole ruote posteriori, attraverso un cambio manuale a 6 marce o, in alternativa, mediante una trasmissione a doppia frizione a 7 rapporti, come ci è stato rivelato da fonti interne. Va da sé che i vari particolari in carbonio, i cerchi da 19 pollici con pneumatici super ribassati, le 2 coppie di scarichi, lo Spoiler posteriore e l’assetto ribassato siano elementi d’ordinanza, così come lo splitter anteriore ed il logo triangolare con il quadrifoglio al centro nei passaruota anteriori.

Off limits gli interni, le auto erano rigorosamente chiuse, ma era visibile dal finestrino l’andamento della plancia rivolta verso il guidatore, la scelta di materiali di pregio, come il carbonio, la pelle e l’Alcantara, lo sterzo con i vari comandi, tra cui il vistoso pulsante start, retaggio delle ultime Ferrari, e le due manopole sul tunnel centrale che consentono di gestire tutta l’auto: una per scegliere la modalità di guida (ce ne sono 4) e l’altra per comandare il sistema multimediale. Già, perché la Giulia è stata pensata essenzialmente per essere guidata, come ha spiegato Wester: “le nuove Alfa rimettono il guidatore al centro dell’auto”. 

E allora si capisce perché sottopelle troviamo soluzioni tecniche all’avanguardia che, anche se non saranno rivoluzionarie come quelle introdotte dalla Giulia del 1962, sono senz’altro al passo con i tempi e consentono alla nuova berlina del Biscione di competere senza timori reverenziali con la blasonata triade tedesca: Audi, BMW e Mercedes.I punti di forza della Giulia sono rappresentati da una distribuzione dei pesi 50/50 sui due assi e dalle sospensioni raffinate, con uno schema multilink, denominato Alfalink, al posteriore, e a quadrilatero all’anteriore, capace di mantenere il braccio a terra longitudinale costante per garantire la perfetta impronta degli pneumatici in ogni situazione.

Non mancano i dispositivi che migliorano l’esperienza di guida come il Torque Vectoring con doppia frizione, che consente al posteriore di lavorare al meglio; l’Active Aero Splitter, che aiuta a gestire la deportanza; lo Chassis Dynamic Control, attraverso il quale si possono selezionare 4 modalità di guida (tra cui quella Race), e l’Integrated Brake System: un’innovativa diavoleria elettromeccanica che combina il controllo di stabilità con il tradizionale servofreno per garantire una risposta istantanea alla minima pressione sul pedale. Se a tutto questo aggiungiamo il sistema di disattivazione dei cilindri e i vari elementi in fibra di Carbonio che compongono la vettura, come l’albero di trasmissione, il tetto, il cofano ed il telaio dei sedili anteriori, il quadro è completo.

Certo, mancano i prezzi direte voi, ma per il momento non ci sono comunicazioni ufficiali in merito, mentre da fonti attendibili possiamo dirvi che la lunghezza dovrebbe essere inferiore a 4,60 metri e il passo superiore di 20 mm a quello della BMW Serie 3. Ma non è tutto, in futuro ci saranno anche le motorizzazioni più umane, si parla ormai da tempo dei 2.2 turbodiesel da 150 CV, 180 CV e 210 CV e dei 2.0 benzina da 220 CV fino a 300 CV, ma anche in questo caso gli uomini FCA hanno le bocche cucite.Dunque, la nuova Alfa Romeo riparte dalla Giulia, per riprendere la tradizione senza ripercorrerne gli errori, ma traslando nel tempo tutti quei valori che hanno fatto grande il marchio del Biscione. “Nei prossimi 3 anni vedranno la luce altri 7 modelli – spiega Marchionne – mentre l’obiettivo è quello di produrre 400.000 unità entro il 2018.

Alfa Romeo Giulia: le prime immagini ufficiali

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